The Bulla Ineffabilis in the languages of the World Manuscript: Sire O. 8. Language: Italiano [1r] Traduction de la Bulle INEFFABILIS dans les Dialectes de L’Italie [2r] Lettera Apostolica del santissimo nostro Padre. Pio IX. per divina provvidenza Pontefice. Sopra la definizione dogmatica del concepimento immacolato della Vergine santissima Madre di Dio. [3r] Pio Vescovo. servo dei servi di Dio. a perenne memoria del fatto. Dio che trascende ogni lingua, che in ogni consiglio è misericordia e verità, che tanto può quanto vuole, e che sa da un confine all’altro arrivare potentemente tutto disponendo con soavità, dacchè previde abeterno che Adamo con trasandare il divieto avrebbe miseramente mandato a male tutta la umana famiglia, ordinò con un mistero alle antiche età nascoso e per una via anche più arcana, di porre il calmo alla prima opera della sua bontà colla Incarnazione del Verbo, acciochè l’uomo tratto a peccare dalla iniqua scaltrezza del demonio, non perisse, contro il disegno della [3v] sua misericordia; e perche nel Secondo Adamo si rifacesse più lietamente ciò che nel primo doveva esser disfatto; e cosi dapprincipio e innanzi a secoli prescelse e dispose all’Unigenito suo una Madre, dalla quale dovea nascere fatt’uomo nel felice compimento de’ tempi ordinati; e si la careggiò sovr’ogni creatura, che in quest’una con infinito amore si compiacque. Però traendo de’ divini tesori ogni sorta di grazie celestiali, si ne la ebbe arrichita sopr’assai a ogni Spirito angelico e sopr’a tutti i santi, che scevra intutto e sempre d’ogni macchia di peccato, e tutta bella e perfetta, La si desse a vedere piena di tale innocenza e santità, che niuna doppo quella di Dio fosse maggiore, e niuno da Dio infuori la potesse comprendere. E invero convenevolissimo era che ornata dagli splendori d’una [4r] santita perfettissima rilucesse maisempre, e che pura affatto d’ogni macchia altresì originale, riportasse dell’antico serpe sfolgorato trionfo una Madre cosi degna di venerazione, alla quale Dio Padre dispose che darebbe l’Unico Figliuolo suo, generato a sé uguale della sua sustanza, e amato com’Egli ama se stesso, acciò un solo e medesimo fosse naturalmente il comun Figliuolo di Dio Padre e della Vergine, la quale dal Figliuolo stesso fu eletta a essergli Madre sustanzialmente, e della quale lo Spirito Santo volle e fece che fosse concepito e nascesse colui, dal quale Esso procede. E questa originale innocenza della Vergine augusta convenientissima a quella maravigliosa santità e a quell’alta condizione di Madre di Dio, la Chiesa Cattolica, colonna e fondamento di verità per lo continuo [4v] ammaestramento ch’Ella riceve dallo Spirito Santo, la ritenne come dottrina di lassù imparata, ed accolta nel deposito della celeste Rivelazione e mai non si rimase di spiegarla, di proporla di promuoverla l’un dì più che l’altro in più guise e con fatti solenni. E invero che tal dottrina fosse viva fin a tempi antichissimi e che i Fedeli la si avessero nel fondo del cuore, e fosse per l’universo mondo diffusa per le cure e lo zelo dei Pastori delle anime, volle la Chiesa stessa darne chiarissima testimonianza, allorche non dubitò di permettere che la Concezione della Vergine fosse pubblicamente adorata e venerata. E con tal fatto solenne intese di significare che la Concezione della Vergine la è cosa unica e di miracolo e diversissima affatto dalle altre origini umane e altutto santa e adorabile, conciossiache la Chiesa non dedichi i dì festivi, se non ai santi. E invero quelle parole stessissime [5r] che le Divine Scritture usano della Sapienza increata e ce La danna a vedere proceduta dalla eternità, Ella è solita di applicarle, vuoi né divini Officii, vuoi nella Santa Messa a significare la origine della Vergine, che con un solo e medesimo Decreto fu ordinata colla incarnazione della Divina Sapienza. Sennonche, tutte queste cose, ricevute, stopperdire in ogni parte, dai Fedeli sebben dimostrino, quantomai la stessa Romana Chiesa, Madre e maestra delle Chiese tutte abbia amato cotal dottrina della Immacolata Concezione della Vergine, tuttavia degno è che i solenni fatti di essa vengano annoverati partitamente, per la si gran dignità e autorità che in Lei si trova e che le sta bene come a Centro della verità e unità cattolica, dove solo fu la Religione inviolabil[5v]mente custodita, e donde forza è che tutte le altre Chiese ricevano come per li rami la Fede. E pertanto la prima cosa che le stesse a cuore si fu di mettere con ogni più splendida guisa in sodo, di propugnare e vendicare il culto e la dottrina dell’Immacolato Concepimento della Vergine. E di ciò sono chiaro e nobilissimo testimonio tanti insigni atti dè Romani Pontefici che ci han preceduto, ai quali in persona del Principe degli Apostoli fu da Cristo medesimo Nostro Signore divinamente commesso il carico e il supremo potere di pascere gli agnelli e le pecorelle, di raffermare i fratelli, e di tenere il reggimento e il governo della universal Chiesa. E per vero i nostri Predecessori tennersi a pregio grandissimo d’istituire coll’apostolica autorità la Festa della Concezione nella [6r] Chiesa di Roma, e di darle incremento e decoro con proprio Ufficio e Messa, in cui la esenzione dal retaggio della colpa veniva manifestamente affirmata, e di spingere innanzi e ingrandire con ogni industria il culto cosi stabilito, sia con largire indulgenze sia col concedere a città. provincie, regni, facoltà di togliersi a Patrona la Madre di Dio sotto il titolo della Immacolata Concezione, sia approvando che a onore di Essa si istituissero sodalizii, con congregazioni e Religiose famiglie, sia con dar lode a quanti sotto il titolo della Immacolata erigessero Monasteri, Spedali, Altari, Chiese, ovvero a difenderla generosamente si votassero. Di più: è fu loro carissimo il decretare che nella universa Chiesa la Festa della Concezione si pareggiasse in grado e onore a [6v] quella della Natività, e avesse l’Ottava e fosse tra quelle d’intero precetto, e che ogni anno nella nostra Basilica Liberiana ci fosse quel giorno Cappella Papale. E volendo nel cuor dè Fedeli sempre meglio radicare questa credenza della Immacolata Concezione della Madre di Dio, e raffuocare la divozione verso la Vergine senza original macchia concetta, volentierissimo e con lieto animo fecero facoltà che nelle Litanie Lauretane e nel Prefazio medesimo della Messa si proclamasse l’Immacolato Concepimento della Vergine, e fosse per questa guisa dal rito della preghiera convalidata la dottrina della fede. E noi sulle vestigie di si illustri Predecessori nostri, non pure fu per noi confermato ed accolto tutto quello che con somma pietà e sapienza ebbero difinito, ma altresi memori della istituzione [7r] di Sisto IV, approvammo di nostra autorità un Ufficio proprio della Immacolata Concezione e con grandissima nostra consolazione ne stendemmo l’uso a tuttaquanta la Chiesa. E poiche le cose del culto sono strettamente legate col loro obbietto, nè possono esser durevoli e ferme, se questo sia mal fondato e vacilli, però i Predecessori nostri, i Romani Pontefici, mentre si davano ogni cura di ampliare il culto della Concezione, si adoperavano altresi premurosissimamente di ben chiarirne l’obietto e la dottrina. Infatti egli posero in aperto e insegnarono l’obietto della Festività essere veramente la Concezione della Vergine, e ributtarono come falsa e altutto lontana dalla mente della Chiesa l’opinione di coloro, i quali pensavano e sostenevano venerarsi dalla Chiesa la santificazione, non già il [7v] Concepimento. Nè minor severità giudicarono dover usare con quelli che a buttar giù la credenza della Concezione Immacolata, inventarono un primo e un secondo istante della Concezione, e dissero che nel secondo, e non già nel primo La si celebrava. Conciossiache i nostri predecessori si recarono a dovere di tener fermo, e mantenere con ogni studio che il vero obietto del culto è la Festa della Concezione nel primo istante. E son difinitive le parole del nostro predecessore Alessandro VII, colle quali dichiarò la mente della Chiesa “La è certo molto antica, egli dice, verso la Beatissima Madre Vergine Maria la divozione di coloro, i quali tengono l’anima di Lei nel primo istante che fu creata e infusa nel corpo, per ispecial grazia e privilegio di Dio a riguardo dei meriti [8r] di Cristo Gesù, Figliuolo di Lei e Redentore del mondo, fosse serbata esente dalla macchia di origine, e che onorano in questo rispetto e celebrano solennemente la Festività della sua Concezione.” E principalmente i detti nostri Predecessori usarono di porre ogni vigile cura, che la dottrina dell’Immacolato Concepimento della Madre di Dio si mantenesse sana e salva. E però non solo non soffersero mai che La fosse comechessia appuntata o messa in mala voce, ma egli andarono bene più innanzi, imperciocche spiegatamente dichiararono e più volte difinirono che tal dottrina ell’è, e ha ben ragione di essere perfettamente in armonia con tutto il culto della Chiesa, e che la è antica e quasi universale, e però dignissima che la Romana Chiesa la favorisca, la [8v] la difenda, e altresì l’accetti nella Liturgia e nelle solenni sue preci. Né paghi, essi a questo, acciò tal dottrina si mantenesse sempre inviolata fecer severo divieto che la opposta sentenza si pigliasse mai a defendere o in pubblico o in privato, lasciandola cosi per più ferite come conquisa. E perche queste splendide e ripetute dichiarazioni non andassero a vuoto, le raccolsero e suggellarono con generale sanzione, il che fece il lodato antecessor nostro, Alessandro VII con queste parole: “Considerando Noi che la santa romana Chiesa onora di solenne festività la Concezione di Maria Vergine sempre intemerata, e che sopra ciò diè già ordine a un ufficio proprio secondo la più divota e laudabile istituzione allora emanata dal Nostro predecessore Sisto IV, e volendo sull’esempio de’ romani pontefici [9r] che ci han preceduto fomentare questa laudabile pietà e divozione e altresi la festa e il culto, secondo tale intendimento prestato, né dalla sua istituzione mutato mai nella Chiesa di Roma, e mantenere questa pietà e divozione verso la Vergine beatissima, preservata, certo per la preveniente grazia dello Spirito Santo dal peccato originale, e bramando che nel gregge di Cristo serbisi unità di spirito in vincolo di carità, dando sosta a’ risentimenti e à’ piati, e rimuovendo gli scandali, a petizione e preghiera de’ nominati vescovi uniti a’ Capitoli di lor Chiese, e di re Filippo e de’ suoi regni, rinnoviamo le Costituzioni e Decreti dati fuori dei pontefici Nostri predecessori e segnatamente da Sisto IV, Paolo V e Gregorio XV a favore della sentenza, la quale pone, che l’anima della Beata Maria Vergine, [9v] nell’atto che fu creata e informata al corpo, ebbe in dono la grazia dello Spirito Santo e fu fatta esente dal peccato di origine; e altresì a favore della Festa e culto della Concezione della medesima Vergine Madre di Dio prestato conformemente a questa pia sentenza, come detto è, e ne comandiamo l’osservanza, chi non voglia incorrere le censure e le pene di dette Costituzioni. Di più, chiunque seguisse d’interpretare le dette Costituzioni e Decreti in guisa da render vano il favore quivi espresso a detta sentenza e alla festa e al culto a quel modo inteso e prestato, o chiunque osasse riquistionare di detta sentenza, festa o culto, o parlarne predicarne trattarne, disputarne contro comecchessia, o addirittura o per obbligo o con pretesto qualunque (fosse pur quella d’esaminarne [10r] la definibilità, o di chiosare e chiarire Scritture Padri, Dottori, insomma, qual sia pretesto ed occasione) determinando, asserendo, o ponendo e non risolvendo istanze, o con altro qualsiassi modo vogliamo che oltre la pene e censure della costituzione di Sisto IV, cui intendiam che siéno sottoposti, come per le presenti li sottoponghiamo, restino interdetti subitamente senz’altrar dichiarazione, da ogni predicazione, pubblica lettura, scuola, magistero, e privati di voce attiva e passiva in qualunque elezione e che cotale inabilità di concionare, leggere in cattedra, insegnare e interpretare, vogliamo sia perpetua e immediata, e che da cotali pene non possa darsi assoluzione o dispensa se non da Noi o da Nostri successori: e medesimamente vogliamo sièno sottoposti, come per le presenti gli sottoponghiamo a [10v] tutte le altre pene che potranno essere in flitte ad arbitrio o da Noi o da nostri successori, i sommi Pontefici, rinnovando le soprarricordate Costituzioni e Decreti di Paolo V e Gregorio XV. E altresì i libri, pubblicati dopo il sovrallegato Decreto di Paolo V o che quindi si pubblicheranno, ne’ quali la mentovata sentenza, festa o culto ad essa conforme, sia posta in dubbio, o avversata comecchessia, o che contengano frasi, discorsi, trattati, dissertazioni contro la medesima, noi gli interdiciamo, sotto le pene e censure che si hanno nell’Indice de’ libri proibiti, e issofatto senz’altra dichiarazione vogliamo e comandiamo ch’e’ si abbiano per interdetti.” Non è chi non sappia con quanto ardore questa dottrina della Immacolata Concezione della Vergine Madre di Dio sia [11r] stata da cospicui Ordini Religiosi, da inclite Accademie teologiche, e da Dottori in divinità sapientissimi, insegnata, dimostrata, difesa. Né parimente è ignoto ad alcuno con quanta sollecitudine i Vescovi, anche nelle ecclesiastiche Conferenze, pubblicamente professassero che la Santissima Madre di Dio, Vergine Maria, in virtù dei preveduti meriti di Cristo Signore e Redentore, non soggiacque all’originale peccato, ma fu altutto preservata da quella originaria macchia, e però in modo più sublime redenta. Al che si aggiugne pure questo argomento solenne e di grandissimo peso, che la Tridentina Sinodo, allorche produsse il Decreto dogmatico del peccato originale, con cui nel testimonio delle Scritture divine e dei S. S. Padri e di approvatissimi Concilii, fermò e defini, tutti gli uomini nascere macchiati [11v] della original colpa, volle nondimeno solennemente dichiarato, Non essere di suo intendimento in esso Decreto e in si ampia definizione comprendere la Beata e immacolata Vergine Madre di Dio. Colla quale dichiarazione i Padri Tridentini, avuto rispetto alle circostanze dei tempi, fecero abbastanza intendere, essere la Beatissima Vergine esente da macchia originale. né potevano poi dire più chiaro, nulla delle S. Scritture, nulla della Tradizione e dell’autorità dei Padri potersi allegare, che faccia comunque contro a cotanta Prerogativa della Vergine. E per vero, che cotal dottrina intorno allo immacolato Concepimento della beatissima Vergine l’un dì più che l’altro dall’autorevolissimo sentimento, magistero, studio, scienza e sapienza della Chiesa si splendidamente [12r] spiegata, dichiarata, raffermata, e tra tutti i popoli e le nazioni della Cattolicità in maravigliosa guisa propagata, sia maisempre nella Chiesa stessa esistita, come ricevuta dai maggiori e del suggello della rivelazione improntata, irrepugnabilmente lo attestano illustri monumenti della veneranda antichità in ambo le Chiese d’Oriente e d’Occidente. Imperciocche la Chiesa di Cristo, vigile custode e vindice dei dogmi a Lei affidati, nulla mai cambia in essi, nulla scema, nulla aggiugne, ma con ogni industria, fedeltà, sapienza, elaborando quelle dottrine, cui l’antichità trasmise, e delle quali la fede dei Padri gittò la semenza, si adopera di forbirle, ornarle per modo, che quei vetusti dogmi della celeste dottrina ricevano, si, evidenza, luce, distinzione, ma serbino a un tempo la loro pienezza, integrità [12v] proprietà, e sol ricevano incremento nel proprio genere, cioè nello insegnamento stesso, nel concetto stesso, nella stessa sentenza. E veramente i Padri e gli Scrittori ecclesiastici, pieni la mente della parola di Dio, nulla più ebbero a cuore nelle loro lucubrazioni sopra la sposizione delle Scritture, sopra la difesa dei dogmi, e per la istruzione dei fedeli, che di predicare ed esaltare con varia e stupenda gara la somma santità dignità e perfetta impeccanza della Vergine, e l’insigne vittoria di Lei sopra il tremendo nemico del genere umano Il perche, sponendo le parole, onde Iddio prenunziò ne’ primordi del mondo; rimedi della sua bontà a ristoramento dei mortali, e colle quali espresse l’audacia del traditore serpente, e rialzò a maraviglia la speranza di nostra stirpe, dicendo Metterò nimista tra te e la [13r] donna, tra il seme tuo, e’l seme di Lei; egli insegnarono, esserci per questo divino oracolo a gran chiarezza predetto il misericordioso Redentore del genere umano, cioè l’Unigenito Figliuolo di Dio, Gesù Cristo, e designata la Beatissima Vergine, Madre di Lui, Maria, ed espresse al vivo le stessissime nimistadi dell’Uno e dell’Altra contra il demonio. Laonde come Cristo Mediatore degli uomini e di Dio, assunta la umana natura stracciando il decreto contra noi segnato lo affisse trionfante alla Croce; cosi la Vergine Santissima, con insolubile legame stretta con Esso, insiem con Lui e per Lui, con eterno odio contrastando al velenoso serpente, e di esso riportando compiutissimo trionfo, gli schiacciò con immacolato piede la testa. E questo insigne e singolar trionfo della [13v] Vergine, questa sovreccellente innocenza purità santità e interezza da ogni macchia di peccato, questa inesprimibil copia di tutte grazie celesti, virtù e privilegi, que’ Padri medesimi la videro, vuoi in quell’Arca Noetica, che da Dio stesso divisata, riusci salva e incolume del naufragio di tutto il mondo; vuoi in quella scala, cui vide Giacobbe poggiare da terra al Cielo, e gli angioli di Dio salire e scendere per essa, e alla vetta de lei appoggiato il Signore; vuoi in quel rovo che Mosè vide nel luogo santo tutto incendiarsi di fiamme crepitanti senza restarne arso e nulla patirne, ma verzicare e fiorire vagamente, vuoi in quella torre che non crolla dinanzi al nemico, da cui a mille stanno appesi gli scudi e ogni arnese di guerra; vuoi in quel giardino bene assiepato che non può soperchiarsi e disertarsi per [14r] alcuna insidia; vuoi in quella sfolgorante Città di Dio, le cui fondamenta sono piantate sui monti santi; vuoi in quell’augustissimo tempio di Dio, che radiando dei divini splendori, pieno si dimostra della gloria del Signore; vuoi finalmente in più altre simili figure, per le quali i Padri c’insegnarono esserci solennemente preannunziata la eccelsa dignità della Madre di Dio e la illibata innocenza di Lei, e la santità in cui né atomo di polve cadde giammai. A descrivere questo stesso cumulo di doni divini, e questa originale integrità della Vergine, ond’è nato Gesù, gli stessi Padri usando le profetiche locuzioni, celebrarono concordemente l’Augusta Vergine non altrimenti che nitida Colomba, e santa Gerusalemme, e trono eccelso di Dio e Arca [14v] di santificazione, e casa edificatosi dall’eterna Sapienza, e Regina che riboccante di delizie e appoggiata sopra il suo Diletto, uscì tutta perfetta dalla divina idea, tutta bella e tutta cara a Dio, né offesa d’un neo mai di colpa. E poiche essi Padri ed ecclesiastici Scrittori avvisarono che allorquando l’Angiolo Gabriele annunziò alla Vergine beatissima la tragran de dignità di Madre di Dio, però la salutasse piena di grazia a nome di Dio stesso; insegnarono, per tale solenne, singolare, né mai più udita salutazione significarsi, esser la Madre di Dio sede di tutte grazie divine, ricca di tutti carismi del Divino Spirito, anzi dei carismi medesimi tesoro quasi senza fondo, e inesauribile abisso cotalche non mai suggetta a maledizione, e insiem col Figlio partecipe d’una benedizione non [15r] interrotta mai, aver meritato di udire dalla bocca ispirata di Elisabetta Benedetta sei tu tra le donne, e benedetto il frutto del seno tuo. Quindi non tanto illustre, quanto concorde e la loro sentenza, che la gloriosissima Vergine cui grandi cose fece Colui che è potente rifulgesse di tale abbondanza di doni celesti d’ogni maniera, di tale pienezza di grazia e di tale innocenza, da riuscire come ineffabile miracolo di Dio, anzi di tutti miracoli il sommo, e Madre degna di Dio e a Dio, quantunque può creatura, vicinissima, maggior delle umane, maggior delle Angeliche lodi. E però a dimostrare la originale innocenza e la giustizia della divina Madre, non pure la ragguagliarono spessissimo a Eva encor vergine, ancor innocente, encor intatta né peranco ingannata dalle micidiali insidie [15v] del serpe pien di froda, ma altresì la esaltarono con maravigliosa varietà di locuzioni e di sentenze. Eva infatti piegando sciaguratamente al serpe, e scadde dalla originale innocenza e si pose alla sua schiavitù, ma la beatissima Vergine, cumulando continuamente il dono originale, ben lungi dal porger mai orecchio al serpente, fiaccò anzi radicalmente, colla virtù che aveva dall’alto, la costui forza e potestà. Di che mai non finirono di appellare la Madre di Dio, o Giglio tra le spine, o Terra mai non tocca, virginale, illibata, immacolata, sempre benedetta, e da ogni peccaminosa contagione esente, della quale fu formato il nuovo Adamo; o Paradiso d’innocenza, d’immortalità, di delizia, cui non è che apporre lucidissimo, amenissimo [16r] dalla mano stessa piantato di Dio, e difeso da qualunque insidia del velenoso serpe; o Segno incorruttibile, non mai roso dal verme del peccato; o Fonte sempre limpido e della virtù dello Spirito Santo suggellato o tempio divinissimo; o Tesoro d’immortalità; o Unica e Sola, non della morte Figlia, ma della Vita, non d’ira germoglio, ma di grazia il quale sempre verdeggiante sbocciò in fiori per singolar provvidenza di Dio, fuor delle comuni e ferme leggi, da radice guasta e corrotta. Ma come se queste cose, sebbene sfoggiatissime, non fossero assai, con propizie e formali sentenze pronunziarono che, ove si tratti di peccato, non si dee pur pensar di Maria, cui la grazia abbondò per vincerlo sott’ogni rispetto e professarono che la Vergine gloriosissima fu riparatrice dei padri [16v] vivificatrice dei posteri, abeterno eletta, dall’Altissimo preparatasi, da Dio predetta con quella parola al serpe Porrò nimistà tra te e la Donna, la quale indubitatamente gli schiacciò il capo, e però affermarono, la medesima Beatissima Vergine essere stata per grazia da ogni peccato intera, e scevra d’ogni contagione e di corpo e d’anima e d’intelletto e sempre intima con Dio, e con infrangibil patto con Esso unita, nè mai tra tenebre, ma sempre in luce, e però degno Abitacolo di Cristo, non per la condizione del corpo, ma sì per la grazia originale. Aggiungono altresì detti nobilissimi a esprimere come pel Concepimento della Vergine la Natura cedesse alla Grazia e quasi smarrita non ardisse andar più avanti, conoscendo che la Vergine Madre di Dio non prima sarebbe [17r] concepita di Anna, che la grazia non avesse portato il suo frutto, e che conveniva pure esser Primogenita colei, della quale dovea esser concetto il Primogenito d’ogni creatura. E asseverarono, la carne della Vergine presa di Adamo, non aver di Adamo prese le macchie e però Lei essere un Tabernacolo da Dio stesso creato, dallo Spirito Santo foggiato, e veramente parato a porpora, tutta da quel nuovo Beseleel messa variamente a oro; Lei essere e a buon dritto celebrarsi Prima e propria opera di Dio, ascosa agli infuocati strali del maligno, e bella per natura, e che non sa affatto che sia macchia, e che a guisa d’aurora d’ogni lato brillante, usci al mondo nel suo Concepimento Immacolato. Conciossiache non istava bene che quello Eletto Vaso patisse come tutti ingiuria, il quale ricevè [17v] si, di tutti la natura, ma non la colpa; bene anzi stava risolutamente che come l’Unigenito ha nei Cieli il Padre, a cui i Serafini inneggiano tre volte Santo, cosi avesse in terra una Madre, in cui lo splendore della santità mai non fosse stato in difetto. E cotal dottrina sé ebberla fitta nella mènte e nel cuore, che invalsero appo loro certi parlari unici e maravigliosi, chiamando a ogni tratto la Madre di Dio immacolata e per ogni lato immacolata innocente e innocentissima, illibata e sott ogni rispetto illibata, santa e da ogni lordura di peccato più che lontana, tutta pura, tutta intemerata, e quasi sustanza di purità e d’innocenza, sovr’ogni bellezza bella, sovr’ogni vaghezza vaga, sovra la santità santa, e sola santa, e dell’anima e del corpo mondissima, e trascendente ogni integrità e verginità, e sol Essa [18r] tutta formata in ricettacolo delle universe grazie del Santissimo Spirito, e che, sotto Dio, la è sopra tutti, ed anco degli stessi Cherubini e Serafini, e d’ogni angelica schiera naturalmente più bella, più vaga, più santa, cui le lingue del cielo e della terra a celebrare son fiacche. E questi parlari vennero altresì a tradursi come da sé nella liturgie e negli ufficii della Chiesa, dove ognun sa ch’e’ ricorrono a ogni tratto e vi campeggiano, stanteche in essi La Madre di Dio sia invocata e proclamata unica incorrotta Colomba di belezza, Rosa sempre fiorente e per ogni parte purissima e sempre immacolata e sempre beata, innocenza non mai offesa, Eva seconda, che diè a luce l’Emanuele. Non è pertanto da maravigliare se tal Dottrina dello Immacolato Concepimento [18v] della Vergine Madre di Dio, che a sentenza dei Padri trovasi nelle divine Scritture, e che fu da essi con sì solenni testimonianze tramandata e vedesi espressa e celebrata in tanti illustri monumenti della veneranda antichità, e dal solenne e autorevole giudizio della Chiesa proposta e confermata, i sacri Pastori e i popoli fedeli siensi recati a vanto di professarla di più in più con tanta pietà, religione e amore, cotalche nulla sia ad essi più dolce, nulla più caro, che coltivare dappertutto, venerare, invocare con fervidissimo affetto la Vergine Madre di Dio senza macchia originale concetta. Ondeche fin abantico, sacri Pastori, Ecclesiastici Personaggi, Ordini Regolari, e fin anco Imperadori e Re, fecero gran pressa a questa Apostolica Fede, che l’Immacolato Concepimento della Vergine Madre di Dio venisse come [19r] dogma della Fede cattolica definito. Le quali istanze furono anche a questa nostra età ripetute, e specialmente alla felice memoria di Gregorio XVI nostro Predecessore, e a Noi stessi, sì da’ Vescovi, si dal Clero secolare, sì dalle Religiose Famiglie, e da Principi a popoli presentate. Noi pertanto, con singolare allegrezza dell’animo nostro, ben conoscendo tutte queste cose e avendole ben maturate, come prima, contr’ogni merito, per inescrutabile consiglio della Divina Provvidenza, inalzati a questa sublime Cattedra di Pietro, prendemmo il reggimento di tuttaquanta la Chiesa, nulla avemmo più a cuore, che di appagare i voti della Chiesa stessa, disponendoci a dare incremento all’onore, e a far che di più chiara luce brillino le prerogative della Beatissima Vergine Madre di Dio Maria, verso della quale [19v] fin da’ teneri anni nutrimmo amore grandissimo, pietà e divozione. Ma volendo anche meglio maturar la cosa, demmo ordine a una Congregazione di Cardinali di santa Chiesa, nostri venerabili Fratelli, per consiglio, religione e scienza in divinità, illustri, e di Teologie molto dotti del Clero sì regolare che secolare, che pigliasse a serio esame tuttociò che concerne la Immacolata Concezione della Vergine, e ce ne riferisse la propria sentenza. E sebbene dalle ricevute istanze e intorno al doversi pur una volta definire l’Immacolato Concepimento ben conoscessimo il pensiero di moltissimi sacri Pastori, pure a’ 2 febbraio 1849 scrivemmo da Gaeta due Lettere Encicliche a tutti i Venerabili Fratelli Vescovi dell’orbe cattolico, che, dopo aver porte a Dio preghiere, ci significassero per iscritto qual fosse verso l’Immacolata [20r] concezione della Vergine Madre di Dio la pietà e la devozione de’ loro popoli fedeli, e soprattutto che cosa ne sentissero eglino stessi di questa definizione da pubblicarsi, e che pensassero dover Noi fare, affinche il supremo nostro giudizio fosse da Noi pronunziato colla maggior solennità. Ne’ certo fu piccola consolazione per Noi allorche ci pervennero le risposte di quei nostri Venerabili Fratelli. Imperciocche riscrivendoci essi non solo ci confermarono premurosamente con incredibile giocondità e allegrezza all’animo loro la singolare pietà e divozione propria e del proprio Clero e popolo fedele, ma altresi come di comun voto ci supplicarono, che la Immacolata Concezione della Vergine fosse per supremo nostro giudizio e autorità definita. Ne [20v] frattento fummo men consolati allorche la mentovata Congregazione de’ Cardinali di santa Chiesa, nostri venerabili Fratelli, e dei Teologi consultori con pari prontezza e zelo dopo maturo esame, strettamente ci pregarono di questa Definizione dell’Immacolato Concepimento della Madre di Dio. Dopo ciò, seguendo le orme de’ più illustri Nostri Predecessori, e volendo a regola e ragione procedere, intimammo e tenemmo Concistoro, nel quale pronunziammo una Allocuzione a’ Nostri Venerabili Fratelli, i Cardinali di santa Chiesa, e con somma allegrezza dell’animo Nostro gli udimmo implorare, che li piacesse di pronunziare la dogmatica definizione dell’Immacolato Concepimento della Vergine Madre di Dio. Pertanto, fidando assaissimo nel Signore [21r] che sia pur venuto il tempo opportuno per definire l’Immacolata Concezione della Vergine Madre di Dio, cui si mirabil mente illustrano e mettono in chiaro le divine Scritture, la veneranda Tradizione, il perpetuo intendimento della Chiesa, il singolare consenso dei Vescovi cattolici e dei Fedeli, e i solenni Atti dei Nostri Predecessori, tutto ben considerato e inalzate a Dio fervide preci, giudicammo di non dovere porre più indugio a sancire e definire col supremo Nostro giudizio la Immacolata Concezione della Vergine e a satisfar cosi a’ piissimi desiderii di tutto l’Orbe cattolico e alla Nostra pietà verso la medesima Vergine Santissima, e a onorare più e più in Essa l’Unigenito Figliuolo suo il Signor Nostro Gesu Cristo, conciossiache ritorni al Figlio tutto l’onore e la lode che [21v] si impartisce alla Madre. Laonde posciache mai non ci rimanemmo, nella umiltà e nel digiuno di porgere a Dio Padre pel Figliuolo suo le Nostre private preci, e le pubbliche della Chiesa, acciò lo Spirito Santo si degni indirizzare e confermare colla sua virtù la Nostra mente implorato l’aiuto di tutta la Corte Celeste, e invocato ne’ gemiti il Paraclito Spirito, il medesimo cosi ispirandoci. A onore della Santa e Individua Trinità, a decoro e ornamento della Vergine Madre di Dio, a esaltazione della Fede Cattolica e incremento della Cristiana Religione, per autorità del Signor Nostro Gesu Cristo, e dei Beati Apostoli Pietro e Paolo e Nostra, [22r] Dichiariamo, Pronunziamo, Definiamo che la dottrina, la quale tiene, che la Beatissima Vergine, nel primo istante della sua Concezione fu per singolare grazia e privilegio dell’Omnipotente Iddio, a rispetto dei meriti di Gesù Cristo Salvatore dell’umano genere, preservata immune da ogni macchia di colpa originale, è da Dio rivelata, e però da essere fermamente e costantemente creduta da tutti i fedeli. Per la qual cosa se alcuni presumessero (che tolga Dio) di sentire in cuore altrimenti che da Noi fu definito, costoro intendano e sappiano per fermo, essersi da sé medesimo condannati, avere circa la Fede naufragato, essersi dalla unità della Chiesa divelti, e oltracciò per loro fatto stesso aver dato nelle pene dal diritto stabilite, se mai ciò che hanno in [22v] cuore, o parlando o scrivendo o par qual si voglia altra esterna guisa, fossero osi di manifestare. In verità si è la nostra bocca ripiena di gaudio, e la lingua nostra di esultazione, e umilissime e altissime grazie rendiamo e renderemo maisempre a Cristo Gesù, Nostro Signore, perche con singolare beneficio ha conceduto a Noi sebbene immeritevoli di offerire e decretare alla sua Madre Santissima quest’onoranza e questa gloria e laudazione. Portiamo poi fermissima speranza e fiducia, che la stessa Vergine Beatissima, la quale tutta bella e immacolata schiacciò il velenoso capo del micidial serpente, e portò salute al mondo, e la quale è il preconio dei Profeti e degli Apostoli, l’onore dei Martiri, la gioia e la corona di tutti i Santi, il ricovero sicuris[23r]simo di tutti i periglianti, de’ quali e fidissima soccorritrice, colei che presso l’Unigenito Figliuol suo si fa mediatrice e conciliatrice potentissima di tutta la umana famiglia, inclito decoro e ornamento di santa Chiesa, e saldissimo baluardo, la quale sempre sterminò le eresie, e i popoli fedeli e le genti tutte da ogni sorta calamità ritolse, e Noi stessi liberò da tanti pericoli rovesciatici addosso; voglia col suo gagliardissimo patrocinio operare, che la tanta Madre la Cattolica Chiesa, rimosso ogn’intoppo, sbaragliato ogni errore, tra tutte le genti e in tutti i luoghi un dì più si rafforzi, fiorisca e signoreggi da un mare all’altro e dal fiume fino agli estremi confini del mondo, e goda di tutta pace, tranquillità e libertà, acciò i rei perdono, gl’infermi medicina, i timidi coraggio, i periglianti soccorso ne attingano, e tutti gli erranti stenebrata la mente, ritrovino la via della verità [23v] e della giustizia e formisi un solo ovile e un sol pastore. Ascoltino queste nostre parole tutti i figliuoli della Chiesa Cattolica a Noi carissimi e con gara sempre più ardente di pietà, di religione e di amore, seguano a onorare, invocare, supplicare la Beatissima Vergine Maria Madre di Dio senza macchia originale concetta e a Lei che è Madre dolcissima di misericordia e di grazia, ricorrano con fidanza in tutti i perigli, in tutte le angustie e necessità, e nelle dubbie e gravi distrette. Conciossache nulla è da temere nulla di disperare, Lei duce, Lei auspice, Lei propizia, Lei protettrice, la quale avendo per noi cuor di Madre, pigliasi a petto le cose di nostra salute come quelle di tutto il genere umano, ed essendo da Dio costituita Regina del Cielo e della terra, e sopra tutti i Cori degli [24r] Angeli e gli Ordini dei Santi esaltata, alla destra dell’Unigenito Figliuol suo, il Signor Nostro Gesu Cristo, colle materne sue preghiere fa forza, e quanto chiede ottiene, nè può restare inesaudita. Finalmente acciò questa Nostra definizione dell’Immacolato Concepimento della Beatissima Vergine Maria sia recata a conoscenza della Chiesa universale, volemmo che a perenne memoria del fatto stessero queste Nostre Lettere Apostoliche, ingiungendo che agli esemplari di esse o scritti a mano, ovvero anche a stampa, riconosciuti da pubblico Notaro, e muniti del suggello di qualche Ecclesiastico Dignitario, debbasi avere al tutto la stessa fede, che a questo Nostro medesimo originale, quando fosse presentato ed offerto. A niuno pertanto sia lecito di stracciar la [24v] la pagina di questa nostra dichiarazione, pronunciamento e definizione, o di contrastarla o avversarla con temerario ardimento. Se alcuno si farà reo di tale attentato, sappia, esser lui caduto nell’ira dell’Omnipotente Iddio, e dei beati Apostoli Pietro e Paolo. Dato in Roma presso San Pietro il dì VIII dicembre, l’anno della Incarnazione del Signore milleottocentocinquantaquattro, del Nostro Pontificato anno nono. Pio P. P. IX.